BOCCACCIO, Giovanni. Opera dell’huomo dotto et famoso Giovan Boccaccio da Certaldo, dalla lingua latina nel thosco idioma per meser Nicolo Liburnio novamente trattata.
Senza luogo, data e stampatore (1520 – 1530).
In 8° (231×152 mm.), cc.2 n.n. + LXX. Legatura in pergamena settecentesca con titolo manoscritto al dorso. Alla base del dedicatorio, stemma nobiliare miniato non identificato. Al frontespizio stemma a cera non identificato. Copia con qualche fioritura.
Prima edizione della traduzione italiana del “De montibus…”, una sorta di dizionario dei nomi geografici che si incontrano nei testi degli scrittori classici e moderni. L’opera del Boccaccio apparve per la prima volta nel 1473 presso la bottega del Vindellino; la versione volgarizzata risale presumibilmente ai primi decenni del XVI secolo ed è opera del veneziano Niccolò Liburnio (1474 – 1557), canonico della basilica di S. Marco e studioso dei tre grandi trecentisti. Inoltre curò un ampliamento del testo “Et in fine per lo sopradetto M. Nicolo Librunio poste sono le province di tutto ‘l mondo, cioè d’Asia, Europa et Aphrica. Et in che modo molte delle dette furono chiamate da gli antichi…”. La traduzione dell’opera è dedicata a Benedetto di Martini, cavaliere gerosolimitano. L’edizione, priva dell’indicazione dell’anno e dello stampatore, è stata avvicinata alla bottega di Gregorio de Gregori o più genericamente all’ambito veneziano, in anni compresi tra i venti e trenta del Cinquecento.
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